Performance teatrale
Armonia
Teatro ragazzi
Il testo di Sofocle rappresenta l’archetipo della mediazione dei conflitti: legge scritta e non scritta, uomo e donna, ragione e intuizione, amore e odio. Lo spettacolo è un rito di trasformazione e si configura come una mappa per ricostruire la visione tripartita della persona: corpo, mente e anima.
Si narra che nascono dall’acqua i due personaggi: Nettuno, Dio dei mari e Venere, Dea dell’amore e della bellezza, figlia di Giove. La storia viene narrata cercando di trovare la massima semplicità espressiva, giocando con i suoni, per arrivare alla formulazione della parola e delle note musicali.
Nettuno compie uno straordinario viaggio lungo la conoscenza e la consapevolezza delle nozioni fondamentali per poter vivere da umano su questa terra, accompagnato in questo percorso da Venere, la sua linfa vitale e in un certo senso la sua educatrice. Con un piccolo gioco matematico riesce pian piano a far scoprire a Nettuno le immense capacità della mente.
I due personaggi tramite un percorso giocoso troveranno il paese di Armonia (la felicità) …frutto maturo di un forte desiderio, quello di diventare umani.
E’ bello poter pensare che il sentimento dell’amore sia ancora la forza più resistente che sia rimasta in questa terra e che sia l’antidoto migliore contro la distruzione e la “morte”, immaginare di poter arrivare in un paese ideale in cui si possa finalmente cancellare da tutti i vocabolari del mondo le parole: guerra, razza, violenza, noia.., come la ricerca di un luogo dove regni l’equilibrio e il buon senso, la creatività venga vista come uno strumento indispensabile per ciascuno di noi, bambini e non ..per ritrovare ancora il gusto di stupirci e meravigliarci…
Un altro mondo esiste ed è dentro questo mondo.
Gli spettatori vivono in prima persona l’evoluzione del conflitto: dalla rigidità delle posizioni contrapposte allo scioglimento dell’intreccio. Alla scoperta creativa delle infinite possibilità risolutive che le relazioni umane offrono.
L’esperienza catartica, dalla quale scaturisce l’empatia tra gli spettatori, è un momento di mediazione. Questo ruolo sociale che il teatro assolveva nell’antica Grecia, viene riproposto con Antigone on Antigone, in contrapposizione alla tendenza del mondo attuale a nascondere i conflitti che spesso si manifestano in disagio ed esplosioni di violenza su larga scala.
La piéce, seguendo l’interpretazione sulla tragedia classica della mediatrice Jacqueline Morineau, è uno strumento in cui il conflitto viene portato alla luce e in questo modo può essere avviato il processo di soluzione nonviolenta.
Nella produzione di Theandric, il teatro diventa uno spazio pubblico nel quale vengono ricreate le dinamiche della comunità. Gli spettatori sono chiamati ad interrogarsi in un alternarsi di scene costituite da momenti di meditazione attiva collettiva, guidate dall’officiante-attrice (Maria Virginia Siriu), che rievoca le figure archetipiche di Sofocle.
L’energia fisica, creata dall’interazione tra i partecipanti, delinea un percorso che porta ad una vera e propria espansione dei sensi: un trance-flash che conduce lo spettatore verso uno stato meditativo, sperimentando personalmente la catarsi.